Naro La Fulgentissima Città del Barocco
Quest’antica cittadina, in provincia d’Agrigento, da cui dista circa 25 Km.,farebbe derivare il suo nome non dal greco “naron-fiume”, ma dal fenicio “NHR”(fiamma) o, più probabilmente, dall’arabo “NAR”(fuoco).
Posta vicino la costa e proiettata verso l’interno, Naro è stata, da sempre, luogo ideale per gli insediamenti umani e zona di scambi commerciali e culturali,
A ragion veduta, quindi, il territorio di Naro e la sua storia sono profondamente inseriti nella storia della Sicilia. Si può affermare, pertanto, che Naro è stata crocevia di popoli e di civiltà, le cui origini, confondendosi con il mito e la leggenda, si perdono nella notte dei tempi.
E’ situata a circa 596 ml. d’altitudine sul livello del mare, adagiato su di un colle, da cui domina una fertilissima pianura, la Valle del Paradiso, in cui nacque il 27 febbraio 1938 la Sagra del Mandorlo fiorito.
Solenne e fiera di un glorioso retaggio di storia e di civiltà è un centro storico miniore, con numerose ed in parte quasi sconosciute opere d’arte, talvolta egregie o singolari.
Alcuni storici la amano identificare con l’antica Camico, la mitica città costruita da Dedalo per Cocalo, re dei Sicani .Altri, invece, rifacendosi a Strabone, Diodoro Siculo e Tucidide d’Alicarnasso, amano identificare con Naro l’antica AKRAGS JONICUM (680 a.C.), colonia della greca Gela, otto anni dopo la sua fondazione(688 a.C.) e cento anni innanzi Agrigento(580 a.C.). Per altri è la Carconia dei romani, luogo di transito e di vasti interessi commerciali, posta lungo l’itinerario Agrigento-Filosofiana(Mazzarino)-Catania, riportata dall’itinerario Antonino, redatto sotto l’imperatore Antonio Caracalla nel 212/217 d.C.
Ma quel che è certo, dalle testimonianze archeologiche, che Naro ed il suo territorio registrano la presenza dell’uomo fin dalla preistoria.
Naro subì nel corso dei secoli varie dominazioni: Greci, Fenici, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, epoca in cui da importante casale è trasformata in città fortificata, protetta da un castello e da una cinta muraria, sotto i quali conobbe un periodo di grande floridezza economica e, di seguito, occupata dagli Angioini, dai Chiaramonte, dagli Aragonesi ed, infine, conquistata dagli Spagnoli ed in ultimo governata dai Borboni.
Divenne Città Parlamentare sotto Federico II di Svevia, che Le diede il titolo di “Fulgentissima”, nel Parlamento di Messina del 1233, annoverandola tra le 23 Regie o Parlamenterie del Regno di Sicilia. Nel 1525 per petizione presentata al Real Parlamento, allora celebratosi a Messina,di cui Naro occupava il 18 posto del Braccio Demaniale, dal Magnifico Naritano Don Girolamo D’Andrea, Maestro Razionale del Patrimonio, ottiene il privilegio di essere dichiarata e chiamata “CITTA’”, poiche’ sino a quel tempo si chiamava “terra del Demanio di Naro”.Tale privilegio Le fu concesso il 10 giugno 1525 da Carlo V, che tramite il Vicere’ Duca di Monteleone concesse anche il “Mero e Misto Impero”, ossia il diritto di esercitare giustizia civile penale da sé, privilegio di cui godeva, allora, solo Palermo e Messina.Nel 1615 nel Parlamento Generale tenutosi a Palermo ottenne il privilegio di essere nominata Capo Comarca, cioè Capitale delle terre e delle città vicine, tra le quali “Canicattì, Favara, Racalmuto, Castrofilippo, Delia, Sommatino, Camastra e Campobello”.Nel 1645 ottenne dal re Filippo IV° di Sicilia e V° di Spagna il privilegio del “Bussolo Senatorio” e cioè i Giurati ed i Patrizi erano eletti ogni anno dal Consiglio cittadino ed i giurati avevano il titolo di Senatori (S.P.Q.N). Molto ricca nel 600 e 700 vede la costruzione di numerose chiese, conventi ed edifici in stile barocco, che ancora oggi costituiscono il suo aspetto dominante.
E tutt’ora Naro dall’alto del suo colle continua a mostrare le vestigia del suo glorioso retaggio,che sfidando i secoli continuano a testimoniare il loro messaggio di civiltà e di storia.
Naro ha avuto parecchi nomi nel corso dei millenni Agragante, Agragas Jonicum, Inico, Indara, Camico, Nahar, Mothyum, Corconia, Nar o Naro che sia stata, non scompare mai dalla storia, solo diminuisce d’importanza, per poi ritornare “Aurea Fenice” a nuova vita, come il mitico uccello, che ogni volta risorge dalle ceneri del tempo,
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